
La leggenda del Re Laurino è una storia altoatesina nata per dare una spiegazione al fenomeno dell’Enrosadira, che rende di uno stupendo colore rosa la montagna del Catinaccio, in tedesco Rosengarten, giardino di rose.
Laurino era il sovrano di un popolo di nani la cui principale attività era l’estrazione di oro, argento e cristalli nella regione dolomitica.
Possedeva due armi magiche, un mantello che lo rendeva invisibile e una cintura che gli dava la forza di una dozzina di uomini, ma il suo più grande tesoro era il giardino di rose che aveva fatto creare davanti al suo castello.
Nonostante tanta bellezza mancava nella sua vita una moglie.
Un giorno di maggio il re dell’Adige organizzò un torneo per trovare uno sposo alla sua bellissima figlia Similde. Re Laurino non fu invitato, ma grazie al suo mantello riuscì a partecipare.
Appena vide Similde se ne innamorò perdutamente e la rapì.
I cavalieri del re dell’Adige lo inseguirono fino al suo castello. Laurino, nascosto nel suo giardino, usò tutte le sue armi, ma il mantello che lo rendeva invisibile non lo aiutò perché i cavalieri lo individuarono lo stesso grazie al movimento delle rose al suo passaggio durante la fuga.
Laurino si sentì tradito proprio dalle stupende rose del suo giardino e lanciò una maledizione: mai più nessuno avrebbe potuto ammirare la bellezza delle sue rose né di giorno né di notte.
Non menzionó però fortunatamente l’alba e il tramonto ed è grazie a questa dimenticanza che ancora oggi si può ammirare l’Enrosadira sul Catinaccio e sulle altre montagne delle Dolomiti.
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