
Molto tempo fa, tra le magiche Dolomiti, in un antro vicino alla cima della Croda dei Toni, viveva lo Stregone delle Tempeste. Spilungone emaciato e spaventoso era l’artefice delle peggiori bufere che tormentavano le montagne e i popoli nei fondovalle. Per ingraziarselo, il popolo offriva una fanciulla estratta a sorte una volta all’anno, nel giorno del solstizio d’estate : le prescelte al suo servizio però non avevano mai fatto ritorno a casa.
Capitó che la scelta cadde un giorno sulla più bella ragazza del paese, Misurina, figlia di un ricco mercante. Egli cercò in ogni modo di salvare la figlia ma lei era pronta a sacrificarsi per salvare il suo villaggio.
Così la coraggiosa Misurina si incamminò da sola verso l’antro del terribile stregone. Quando in prossimità della vetta la fanciulla lo incontrò fu portata dentro la caverna, in cunicoli lunghissimi e tortuosi. Qui cominciò a lavorare al suo servizio, tenendo pulito il suo antro e cucinando per lui dei pasti deliziosi.
Un giorno si trovò sola e, così, approfittò per incamminarsi all’interno della caverna fino ad arrivare in un’ampia grotta dove tanti pipistrelli le volarono intorno.
Ad un tratto uno di essi la chiamò per nome: “Ehi Misurina, sono la figlia del fornaio”! Lei se ne meravigliò e, guardando meglio il musetto del pipistrello, riconobbe la sua amica che fino a quell’istante aveva creduto morta. Poi individuò tutte le altre ragazze del paese che erano scomparse!
Non erano morte come tutti credevano ma erano tutte vittime di un incantesimo dell’orrendo Stregone!
Ad un tratto uno dei pipistrelli esortò Misurina a prendere da un forziere in fondo alla grotta tre oggetti immersi nei mille gioielli che l’avrebbero aiutata a scappare via da quello Stregone.
Misurina aveva appena preso un pettine, un fazzoletto nero e un grembiule azzurro quando sentì un rumore assordante provenire dall’esterno: lo Stregone la stava cercando.
Così cominciò a correre più veloce che potè, uscì dall’antro e continuò a fuggire giù dalla montagna. Lo Stregone la rincorse e lei prese in mano il pettine e lo scagliò dietro di sé facendo comparire un bosco fitto che fece perdere la via al bruto.
Quando però riapparse inseguendola, lei piena di coraggio buttò il fazzoletto da cui apparve una palude.
Ma lo stregone la seguiva ancora e così lei usò l’ultimo degli oggetti che aveva preso e gli lanciò il grembiule azzurro. Un grande e profondo lago si formò nel fondovalle e lo stregone, che stava correndo a rotta di collo giù per la montagna vi cadde dentro ed annegó!
Finalmente era stato sconfitto e il paese era salvo! I pipistrelli volarono fuori dalla grotta e si trasformarono assumendo di nuovo le sembianze delle fanciulle del villaggio.
Una grande festa sancì la vittoria di Misurina contro lo Stregone delle Tempeste e per onorarla i suoi compaesani decisero di dare il suo nome al lago e al suo paese.
…ora non vi resta che andare a far visita al Lago e al paese di Misurina e ripensare a questa bella leggenda…
Se volete leggere altre leggende e storie sulle nostre montagne vi invitiamo a leggere “Fiabe e leggende del Cadore” di Luigina Battistutta, ed. Santi Quaranta.
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