L’emozionante “bramito” del cervo

Provincia di Belluno


6-8

Un trekking che lascerà il segno nella tua estate 2023. Trascorreremo due giorni in uno dei luoghi più ameni del Cadore. L’anello di Vedorcia ti conquisterà già dall’approdo alla piana di Prà di Toro, per cadere definitivamente ai suoi piedi quando il giorno seguente, risalendo la Costa di Vedorcia, non riuscirai a staccare gli occhi dallo splendore che si presenterà davanti.
Gli Spalti di Toro, così chiamati in onore del Dio Thor dalle antiche popolazioni Longobarde che in queste vallate vi si stabilirono, ricordano saette di fulmine pietrificate scagliate contro il cielo.
Forse saranno solo leggende, ma qualcosa di divino ci ha sicuramente messo lo zampino.
DETTAGLI
Livello di difficoltà: è richiesto un buon livello di allenamento nel camminare in montagna.
Primo giorno: Dal Rif. Padova al Rif. Tita Barba
6 km e 600 metri di dislivello positivo circa.
Partenza nel primo pomeriggio dal rifugio Padova, il sentiero copre i 600 metri di dislivello tra salite e discese attraverso il bel bosco di abeti che contraddistingue questa zona.
In poco meno di tre ore raggiungeremo per il pernotto il rifugio Tita Barba, situato su uno splendido pianoro alla base del monte Vedorcia.
Secondo giorno: Dal rif. Tita Barba al rif. Padova.
17 km e 1100 metri di dislivello positivo circa.
Giornata impegnativa, ma stupenda dal punto di vista paesaggistico: siamo nel cuore degli Spalti di Toro, in un ambiente unico tra guglie, forcelle e cime che hanno fatto la storia dell’alpinismo degli albori.
Cinque forcelle – dei Laris, Vedorcia, Val del Frassin, Pedescagno e Spè – da conquistare con un po’ di sudore, ma che poi non lasceranno più il tuo cuore.
E’ richiesta una caparra di 50€ per confermare la prenotazione.
Daniele Tel. 328 5717212
Il costo comprende:
NON sono compresi nel costo:
In dolomiti Beat siamo tutti AMM Certificati dal Collegio delle Guide Alpine del Veneto, per garantirvi la massima sicurezza e professionalità e pensare solo al vostro divertimento!
La planimetria della casa nella quale sono cresciuto rispecchia una vecchia usanza per la quale la cucina è orientata a sud e le camere a nord.
Questa buona regola progettuale mi ha riservato una cameretta con affaccio su colline e prealpi, boschi e prati, inevitabile non provare attrazione per quel mondo che chiedeva solo di essere esplorato e che avevo iniziato a conoscere da quella finestra.
Crescendo lo sguardo si è posato oltre quelle colline, più a nord, sulle Dolomiti e in tutte quelle montagne che mi regalano emozioni.
In fondo sono lì, fuori dalla finestra della mia camera.
"Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro a monte.
Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.”
Paolo Cognetti
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