
Un trekking con i Dolomiti Beat: il racconto di un’esperienza magica
Si sta chiudendo la nostra seconda stagione estiva e a noi sembra quasi impossibile che sia già trascorso così tanto tempo insieme. Abbiamo avviato questa attività poco prima dell’inzio della Pandemia da Covid-19 che tutti conosciamo, e nel 2020 abbiamo portato tantissime persone alla scoperta delle nostre montagne. Il 2021 avremmo voluto viverlo, tutti quanti, un po’ più liberi e spensierati, ma ci ha riservato non poche complicazioni. Eppure siamo riusciti a godere nuovamente della vostra compagnia e del nostro territorio, ampliando sempre più la Dolomiti Beat – Community e offrendo attività nuove. È stata una stagione indimenticabile!
Cercavamo un modo per ringraziarvi, per farvi capire cos’è diventato il gruppo Dolomiti Beat grazie a voi e abbiamo deciso di affidarci alle parole di una nostra Amica (perché non possiamo parlare di Clienti, ma di Amici). Speriamo che queste righe possano coinvolgervi ed emozionarvi come hanno fatto con noi!
Confesso, per molte settimane sono stata indecisa. Sulla pagina Facebook di Dolomiti Beat, che seguo da molto tempo è comparso l’evento… giusto per me! Trekking in una zona delle Dolomiti che non ho ancora visto bene (conservo qualche ricordo di essere stata nel rifugio dove dormiremo una notte) ma è una parte che mi incuriosisce e che non conosco abbastanza da pianificare da sola il mio viaggio, pur essendo abbastanza esperta di passeggiate in montagna.
Anche il periodo corrisponde perfettamente con le ferie estive al lavoro. Perfetto! Allora chiamo ehm… Leonardo e mi prenoto! Semplice! Invece, sinceramente, ho fatto passare quasi due settimane.
Perché? Questo tempo, sospeso, amplifica alcune paure e molti timori. I miei, personalmente erano legati poco alla pandemia, ma molto alla mia capacità di portare a termine il trekking. Sono appassionata di montagna, abbastanza abituata a camminare anche per 4-5 ore al giorno, ma nell’ultimo anno ho diminuito un po’ le uscite e i dislivelli, e non mi sento sicura della mia condizione fisica. C’è poi la componente sociale: per una serie di ragioni vorrei affrontare questa esperienza da sola, senza le amiche che solitamente mi affiancano nelle mie uscite. E confesso che l’idea di passare qualche giorno (e qualche notte) a stretto contatto con altri sconosciuti, mi frena ulteriormente nel mio iniziale istinto di chiamare.
Passano i giorni e Facebook, che capisce che il mio interesse è reale, mi ripropone l’evento. E allora… intanto facciamola, questa telefonata! Chiamo Leonardo, che con una voce squillante ed energica mi racconta alcune cose del trekking e mi fa un paio di domande. Come pensavo: se ho già camminato in montagna e se sono fuori forma, ma ho familiarità con l’ambiente montano… pare non ci siamo problemi! Leonardo mi spiega che il percorso che ha pensato è affrontabile in tempi di percorrenza medi, ma che generalmente lui si tiene sempre un po’ di lasco sul timing per permettere a tutti di raggiungere i rifugi con i propri ritmi, nel rispetto delle diversità (scoprirò poi, in loco, che oltre ad un tempo “di scorta” aveva messo in conto anche una variante di percorso alternativa nel caso che i partecipanti si rivelassero particolarmente preparati e veloci, come nel nostro caso)!
Mi conferma alcuni dati, il dislivello, il percorso, i rifugi che contatterà per il pernottamento. Ok. Cosa portare? Leonardo è perentorio: zaino più leggero possibile. Evitare il superfluo! Si mangia e si dorme nei rifugi, basta un sacco a pelo leggero o un sacco lenzuolo, acqua, qualcosa da mangiare per gli spuntini intermedi… e mi rimanda alla pagina del sito Dolomiti Beat dove sono riassunti i consigli anche sull’abbigliamento e sulle attrezzature di base.
Ok. Sarà l’energia e la positività di Leonardo, sarà la nostalgia della montagna, inaspettatamente mi iscrivo! Mi prendo due giorni di tempo per pensarci meglio, ma intanto gli mando i dati!
Passano due giorni e mi contatta per sapere se può inserirmi in un gruppo whatsapp dedicato. Ok! Il resto.. è un susseguirsi di cose belle! Ci vediamo al punto di ritrovo, Leonardo mette a disposizione il furgone per il viaggio, a metà strada è prevista già una dolce pausa in una bella pasticceria, e via! Che il trekking abbia inizio!
Senza accorgermi e (quasi) senza fatica arriviamo al rifugio dove dormiremo la prima notte! Miracolo? No! Chiacchierare con i miei compagni di viaggio (appassionati di natura e montagna pure loro, pur con esperienze personali e professionali diversissime), due battute, e qualche pausa in cui la nostra guida ci racconta qualcosa di geologia o di formazione del territorio… e il primo giorno è andato! Non resta che godersi un breve relax, cena, due chiacchiere, piccola passeggiata per ammirare un magico tramonto e … riposo ristoratore.
Le giornate a seguire sono un copia ed incolla di attività, anche se il resto è tutto da scoprire! Paesaggi spettacolari, colori e terreni che variano al nostro passaggio, più volte durante la giornata, pause rifocillanti sia per il corpo che per la conoscenza di aneddoti o informazioni del territorio dolomitico che personalmente spesso non conosco (vedi il bello di avere uno che ha studiato le cose e le condivide con te?). E poi… le famose relazioni interpersonali che fanno da carburante! Non ultimo un tempo meteorologico davvero favorevole, che ha reso ancora più suggestiva ogni giornata!
È così che portiamo a termine con successo un trekking memorabile. Per me, personalmente, perché il periodo che sto vivendo rischiava di pervadermi, togliendomi tempo ed occasione di relax, socializzazione e… per me! E questo stop, nella natura, affrontato e deciso da sola, e condiviso che persone nuove è stato davvero un toccasana! Zaino di 6.5 Kg sufficiente per l’intero viaggio e forma fisica… in rapida ripresa!
Che bella esperienza quella del trekking! Non vedo l’ora di cercare tra i prossimi eventi di Dolomiti Beat quello su misura per me, questa volta senza indugio!
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